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L’Associazione Sportiva Diversamente Abili “Superteam” Libertas promuove la pratica sportiva e l’integrazione delle persone disabili; attraverso questo progetto intende avvicinare ragazzi con disabilità motorie allo sport della pallamano in carrozzina.
L’idea è quella di allargare questa esperienza, sia aumentando il numero di ragazzi coinvolti sia sviluppando linee guida europee finalizzate all’inclusione di bambini con disabilità .

 

PRESUPPOSTI TEORICI

Lo sport è in un certo senso la continuazione naturale del gioco e con il gioco ha in comune molte proprietà: consente al bambino di mettere alla prova e di affinare le proprie abilità psicomotorie, sviluppa lo spirito d’iniziativa, l’audacia, il desiderio di confrontarsi con se stessi e con gli altri, il piacere di competere e di vincere (in modo sano); migliora il tono dell’umore, la tolleranza al dolore (stimolando l’incremento della produzione di endorfine) e le difese immunitarie; insegna la cooperazione e il rispetto dei ruoli e delle regole, la pazienza, la lealtà, la tolleranza e la capacità di saper accettare serenamente anche le sconfitte.
Nel bambino patologico, a differenza del bambino normale, lo sviluppo funzionale è ostacolato, rallentato e distorto a causa della menomazione e della povertà di risorse interne ed esterne. A complicare le cose, può entrare in gioco anche un impoverimento e/o una distorsione delle esigenze, specie di quelle più consapevoli, per danno lesionale o per problematiche di tipo affettivo-relazionale.
Ma attraverso lo sport, oltre ad ottenere gli effetti benefici comuni a tutti i bambini (audacia, pazienza, perseveranza, competitività, autostima, rispetto dei ruoli e delle regole, piacere ecc.),

il bambino disabile può:
• trasferire le proprie capacità al di fuori del contesto terapeutico mettendole alla prova nel confronto con se stesso e con gli altri (assimilazione, accomodazione ).
• superare l’isolamento legato alla propria condizione di disabilità sentendosi meno diverso (non è solo il bambino che frequenta il Servizio di Riabilitazione).
• integrare l’esperienza sportiva all’attività di terapia o viverla come un momento alternativo alla terapia, quando questa ha terminato la funzione specifica per la quale era stata prescritta.

Per la famiglia del bambino disabile:

• consente di vedere il proprio figlio non solo come persona diversa da curare e da accudire, bensì come individuo autonomo capace di competere, di vincere, di divertirsi e di crescere.
• consente di capire appieno la possibile integrazione tra attività riabilitativa e sportiva ma anche la peculiarità della terapia con le sue modalità di intervento, limitata nel tempo e legata ad obiettivi specifici.

La carrozzina:
non deve essere considerata come “l’ultima spiaggia” per permettere al bambino di spostarsi ma piuttosto come uno strumento per esplorare, condividere, scoprire, divertirsi;
è il mezzo attraverso il quale il bambino può sperimentare indipendenza e l’opportunità di partecipare senza limitazioni;
l’uso della carrozzina migliora l’interazione, l’esplorazione spaziale e le esperienze; riduce il senso di frustrazione e dunque aumenta il senso di competenza: il bambino può esprimere la propria iniziativa con successo e minor fatica e quindi aumentare la fiducia in se stesso; conduce il bambino ad un aumento dell’iniziativa motoria e dell’attività in generale.